giovedì 15 maggio 2008

TIDELAND



Nella sua personale introduzione al film, il regista Terry Gilliam ci invita a guardare questa pellicola con gli occhi di un bambino. Non so quanti lo abbiano fatto, né se ne abbiano capito il perchè. Io ho pensato che questa richiesta nascondesse una sorta di appello alla "sospensione dell'incredulità" di letteraria memoria, ovvero la capacità di godersi anche ciò che è assurdo.

Ora penso che il motivo sia un altro, molto più serio. Solo immedesimandosi nella capacità dei bambini di resistere alle più assurde ed indicibili violenze usando il potere della loro fantasia possiamo accettare di assistere al grumo di grottesca infelicità che permea la vita dei personaggi di "Tideland".

Fiaba nera, storia surreale e violenta, racconto volutamente scialbo ammantato di make up dozzinale, a cui fanno gioco una fotografia splendida e un ritmo lento e ipnotico. Questo film, di cui non racconterò di più per non fuorviare il vostro giudizio, è come sale su una ferita: fastidioso, ricco di immaginazione perversa, e di un "non-messaggio" di incommensurabile, sottile orrore quotidiano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beh, era logico che una carina e intelligente fosse occupata, ma io lo sai che ci provo sempre ^________^

p.s.Sono Misantropo ma non Misogino