sabato 14 novembre 2009

Devo Trovare Qualcosa da Dire...

... anzi, da scrivere... che per altro ho recentemente più volte trovato conferma alle mia paura, ovvero non riesco più a tenere una penna in mano e tracciare caratteri che non siano appunti veloci, buttati giù come vengono. La mia calligrafia è recessa ai tempi delle elementari, e soprattutto faccio una fatica immensa. Ecco a cosa portano anni e anni di tastiere. Punto e a capo.

Purtroppo recentemente sono troppo impegnata a sventare complotti. Ora, non vorrei sembrarvi paranoica come certe nostri personaggi politici... vabbè... A prescindere da loro, ammettiamolo, ognuno nella propria vita attraversa momenti in cui tutto va storto in un modo così perfettamente coordinato che è chiarissimo come la sfiga si sia scentificamente accanita contro di te. Insomma, ti hanno assegnato un personalissimo genio combina-guai e scombina-progetti, e tu ne se in balia, inerme come un bebè.

Aiuto.

venerdì 16 ottobre 2009

ANIMA - LISTA

Mi circonderei di animali per poter fare a meno della considerazione degli uomini.

martedì 13 ottobre 2009

SORELLE D'ITALIA (emigrano)

Sarà che il mio pensiero che è un po' farabutto, tuttavia trovo che questa pubblicità di patriottico non abbia davvero niente. Semmai, invoglia a sfuggire molto lontano...


domenica 11 ottobre 2009

BACK IN BLOOD




Mi sono presa un mesetto di tempo per riascoltare più volte questo ultimo CD dei 69 eyes, perchè, ahimè, al primo ascolto ero rimasta un po' perplessa. E' anche vero che spesso il ri-ascolto ti fa comunque entrare in testa le canzoni, che già è un passo avanti per una riabilitazione poco obiettiva. Diatriba, tremenda diatriba.

E' subito evidente che i nostri amici finnici hanno fatto il salto verso gli States, verso il glam-rock, verso la tamarraggine solo pseudo-dark, quasi più horror-fun-rock... una pista che già il precedente Angels aveva designato. Insomma, scordatevi le atmosfere à la Brandon Lee. E' sicuramente un'evoluzione. A mio avviso, di per sé, abbastanza discutibile. Perchè in queste tracce c'è qualcosa di ripetitivo, di continuamente autoreferenziale, di eccessivamente barocco, divertente ma molto molto fumoso.

E' indicativo, per altro, che le canzoni migliori di questo album siano quelle in cui l'atmosfera ritorna intimista, oscura, struggente: Dead and gone, Night Watch, Some kind of magik.
La title-track apre male l'album perchè è di basso profilo, ripetitiva, già sentita, quasi moscia. Dead girls are easy è un pastiche buffone che si ascolta e si dimentica volentieri (anche il videoclip che lo accompagna non depone a suo favore), brani come Suspiria Snow White, The Good, The Bad & The Undead, We own the night sono tiratissime prove di voce bassa + batteria pestata. Chiude l'album un improbabile ballad - Eternal - che sembra a tratti uscire da un film anni '60 (decisamente il pezzo più strano di tutto l'album).

Nel complesso apprezzabile il gioco cinematografico-letterario-musicale tutto incentrato su sangue, mostri, morti che testi e musiche riflettono. Ma io continuo ad avere nostalgia della vecchia garage-band goth-metal-rock degli esordi. Ci si può evolvere anche senza stravolgere.

INTENSI GIORNI CINEMATOGRAFICI...

Non certo i miei, per carità.
E' che dal solito giornaletto raccattato al cinema scopro che tra la prossima settimana e quella dopo ancora usciranno tantissimissimi film che devo assolutamente vedere, e cio' spinge la mia mentalità prammatica a compilare agende e a fare conti. In sostanza:

1) il mio amico Rob Zombie è già pronto con il suo Halloween II, e io che pensavo che ancora ci stesse lavorando. Poche news/critiche/strombazzamenti a giro. C'è da preuccoparsi? Zio Rob, non mi tradire!

2) UP... esce UP! Devo andarci subito, con un sacchetto di popcorn così! UP... sono mesi che mi struggo!

3) Parnassus... Terry Gilliam di nuovo a deliziarci con una storia di magia, orrore e con una festa per gli occhi. Forse questa pellicola ha "goduto di riflesso" della morte di Heath Ledger e di tutto quello che è stato fatto per compensare alla improvvisa dipartita anche del suo personaggio... fatto sta che Gilliam è come Burton, indipendentemente da tutto quando ci si mette può essere solo meraviglioso!

4) Brüno... lo Zoolander del 2009... non possiamo farne a meno

5) Nel paese delle creature selvagge - perchè quando ci sono delle cose pelosette e con gli occhioni, difficilmente resisto.

Corro a rompere il maialino e a contare gli spiccioli. Perchè, diciamolo, 8 euro a botta non saranno proprio una passeggiata. Alla faccia della crisi.

venerdì 4 settembre 2009

Distruzione per l'uso

Odia il tuo prossimo come te stesso.

C'è poco da fare. E' il motto di oggi.

giovedì 3 settembre 2009

ISTRUZIONE PER L'USO

Nel Belpaese* a volte si ha la sensazione che sia quasi meglio essere analfabeti alla scalata del potere piuttosto che laureati che poi fanno i lavapiatti.









* a volte penso che il Belpaese non esista davvero, ma sia solo l'invenzione di un simpatico e capace scrittore di fantascienza. Al limite, guarda, una specie di esperimento sociopolitico, come Il Grande Fratello, solo un po' più drammatico.
Il termine Belpaese si dissocia da ogni forma di pubblicità più o meno occulta di un noto ttipo di formaggio.

mercoledì 2 settembre 2009

*Ahem*

... si, vabbè, sempre i soliti discorsi, le solite polemiche, le solite assenze, i soliti ritorni...

Sono una creatura giovane (?!?!?!) e mutevole (O_o), sempre alla ricerca di cosa vuol fare, di dove vuole andare... insomma... vedo gente... faccio cose... soprattutto mi indigno, m'infiammo, cambio idea, mi annoio...

Detto questo (e detto nulla), la cosa migliore del mio casuale rientro su questa piattaforma è scoprire di avere una lettrice assidua/sostenitrice. Lo scopro da una di quelle caselline segrete, quei link misteriosi che ogni tanto si affacciano all'angolo del tuo occhio, riempiendoti di sorpresa.

La persona, che per altro conosco (cyberspazialmente parlando) attraverso altre forme di social network e che stimo tantissimo, deve aver fatto non poca fatica a trovare proprio questa mia pagina. E la cosa strana è che nel complesso neanche ci parliamo poi molto. L'ho sempre detto che il silenzio è l'arma migliore.

Il mio ego per oggi è appagato.

venerdì 10 luglio 2009

REVOLUTIONARY ROAD



Ditemi che non sono l'unica che ha trovato questo film decisamente irritante.
Non so, ultimamente è così dura essere controcorrente che ho bisogno di conferme: l'unione fa la forza.
Per carità, una bella storia. Per carità, film elegante, recitato bene, anche se mi spiace, ma Di Caprio che fa l'uomo adulto, ovvero maggiore di 18 anni, non è credibile. Nonostante abbia l'età anagrafica giusta e stiano cominciando a cucirgli addosso parti serie da uomo di mondo, la sua faccia, di cui per altro non ha colpa, resta sempre quella dell'adolescente un po' "marioulo", togliendo svariati punti alla qualità della sua interpretazione.
Il pool degli attori è fantastico. La fotografia è splendida.
Ma il mood dell'intero film, dall'inizio alla fine, è pura isteria.
La storia del cinema, come della letteratura, ci hanno insegnato che per generare dramma non c'è affatto bisogno di un clima così sopra le righe, di dialoghi così inverosimili, di un pathos così esasperato, specialmente se le pellicola è del 2009.
Insomma, le tragedie con Amedeo Nazari sono pacate in confronto a questo film.
Certo, il tema è scottante, per quanto spesso sottovalutato, ed è infondo il dramma dell'uomo moderno: vivere responsabilmente ed in modo socialmente "inquadrato" oppure inseguire i proprio sogni per realizzare quello che sentiamo di essere e di volere? Certi ideali sono solo per gli adolescenti, dopo di che bisogna crescere e arrendersi, conformarsi, entrare nelle fila delle persone tutte casa, chiesa e lavoro?
Argomento delicato e forse proprio per questo spesso banalizzato che è in fondo in nuce il motore di tutta questa pellicola. Ma qui si cerca di dargli un tale spessore che immedesimarsi è impossibile. Il finale, oltremodo tragico e manierato è poi l'anti-catarsi per eccellenza: se la morte è l'unico modo per sfuggire al dilemma e punire chi ci tarpa le ali, beh, la consolazione che se ne ricava è assai magra. In più è solo un altro modo per dire che chi non si adegua è pazzo, e chi si adatta sopravvive... insomma, molto rumore per nulla.

domenica 7 giugno 2009

TERMINIAMO TERMINATOR?




Non so perchè, dopo due giorni, mi bruci ancora il fatto che non mi sia piaciuto l'ultimo Terminator.
Premetto che non sono una fan della serie. Premetto di essere convinta che sia diventato un cult solo perchè il primo fu appunto il primo nel suo genere... e perchè è stato fatto negli anni '80, fatto che oggidì sembra giustificare e glorificare anche le cagate.

Però il trailer di questo "Salvation" prometteva bene (sì, la colpa principale è sempre dei fottuti trailer). C'è Christian Bale (gnam gnam) e c'è un altro grosso, bruttissimo e assai "gore" terminator tutto sbudellato e grondante sangue e olio motore... Su, prometteva molto bene.

E invece il buono si ferma lì, all'aspettativa di un bel film (nel suo genere ovviamente) che si rivela invece un due ore e mezzo di cui mezz'ora è la trama (scipita) e le altre due ore sparatorie, esplosioni, missioni impossibili di vario genere. Quindi, in secundis, voto 2 allo sceneggiatore, le diluizioni gli sono sfuggite di mano.

Il terminator buono non si regge, davvero... Il caso umano... La redenzione... sembra di stare dalla D'Eusanio. E Bale? Granitico e impedito come una marionetta. Convinto come un affamato che predichi la dieta a punti. Non che i suoi colleghi siano più convinti... ma lui è il protagonista, è più responsabile!

La colonna sonora, per altro, in certi passaggi drammatici mi parve perfino
troppo simile a quella di Batman, quello con Christian Bale, forse l'ha portata lui da casa.

Unica luce in questo film di già visto & rivisto il cameo (presumo digitale) della vecchia gloria Schwarzy. Il resto è noia, come quei pacchetti vacanze in cui sai già tutto quello che accadrà momento dopo momento. E poi diciamolo, come i tours su Mar Rosso, anche questi viaggi su e giù tra passato e futuro, che non offrono mai niente di nuovo della formula, ci sono venuti a noia. Originale il primo, interessante il secondo, poi se ci offrite sempre l'ennesima pappa, anche basta.

mercoledì 29 aprile 2009

GEOMETRIA

Meglio essere se stessi a 360° che qualcun altro a 90°.

lunedì 16 marzo 2009

THE WRESTLER

Ci sono molti motivi per cui andare a vedere un film come The Wrestler. Perchè ne hanno parlato tanto, e ha quasi vinto degli Oscar. Perchè comunque ha vinto il Golden Globe. Perchè c'è un grande ritorno di Mickey Rourke. Perchè diciamo che Mickey Rourke non è esattamente quel gran figo di una volta (si chiama voyerismo da massaia: ma te lo ricordi? ell'era tanto bello, bada ora come s'è ridotto). Tra l'altro vorrei ricordare alle massaie in linea che è da un pezzo che Mickey non è più il Mickey di Nove settimane e mezzo. Ma forse Sin city era troppo alternativo per voi.

Poi, vabbè, c'è il motivo più classico: perchè è un film di quelli eroici. Ok, The Ram, il protagonista di The Wrestler, non è esattamente un eroe, anzi, è un anti-eroe, nel senso che se una cosa gli può andare male, beh, gli ci andrà. Ma proprio per queste principio potremmo direi che è l'eroe degli sfigati, e quindi, in quanto tal, anche lui, a suo modo...

Davvero, la cosa straordinaria di questo film, oltre alla sua semplicità, oltre alla parte di Mickey, ritagliata sulla sua pelle e sulla sua storia personale con una bravura quasi sartoriale, è la sua, passatemi il termine... banalità.

Banalità nel senso di cose ovvie, scontate e per certi versi quasi da manuale. Eppure toccanti. La vecchia tigre che sbarca il lunario vendendo se stesso nei modi più biechi, ormai solo, lontano e tenuto a distanza dagli affetti, dal benessere di una vita anche solo medio-borghese, ormai macchietta del suo glorioso passato eppure ancora così attaccato alla vecchia idea di se stesso da credere che l'applauso della folla sia l'unico calore umano di cui potrà godere è infondo, banalmente dicevo, ma fin troppo efficacemente, la metafora dell'uomo moderno che paga troppo spesso, e in modo spropositato, certe scelte fuori dall'ordinario. Apparentemente il messaggio è: tanto in alto sali, tanto in basso sarà la tua caduta, una caduta da cui non ci si rialza veramente, mai. Eppure troppo spesso ci si scorda che anche nell'essere più in fondo alla scala della vita può celarsi una dignità che va oltre ogni limite socialmente codificato.

Un bel film, che fila via liscio e prevedibile, come una fiaba a rovescio, nient'affatto patinato, nient'affatto corretto, quasi un documentario della vita di un ultimo qualsiasi, basta cambiargli faccia e nome. In fondo wrestler non lo siamo un po' tutti?

venerdì 16 gennaio 2009

Sociologia Spicciola 1

Infondo anche il dare la colpa al caso è una forma di religione.