lunedì 30 aprile 2007

WE ARE THE DARK ROMANTICS


Osservo le varie posizioni che la mia panterina assume mentre mi sto facendo una compilation di musica goth/postpunk/ebm/metal/rock. E' rilassato, nient'affatto infastidito dalle sonorità che escono dalla casse. D'altra parte una delle prime cose che ha ascoltato in questa casa da piccolino è stato Marilyn Manson a manetta. Ricordo ancora come sgranava gli occhietti cisposi, interessato. Forse i gatti neri ce l'hanno scritto nei geni, non so.

Fatto sta che il mio Whip (il nome non ha nessun riferimento fetish, ma tanto so che non mi crederete) è l'animale perfetto per qualsiasi goticone (... però è MIO, sia chiaro). E' ombroso ma affettuoso, un po' dandy, gira per casa con quell'aria "molle" e sfavata, strusciandosi lascivo ai muri per poi miagolare con quel tono tragico, quasi volesse dire vita grama, me tapino, non mi caga nessuno? sono piccolo e nero... Ma nessuna di queste affermazioni risulta credibile. A volte ha dei guizzi di vivacità felina, che non riescono comunque a sopperire alla sua intrinseca timidezza e ritrosia.

Siamo una bella coppia, io e lui, anche se la maggioranza del suo affetto va a chi lo nutre e lo accudisce come un bambino (mia maTre). Coltiviamo degli ambiziosi pensieri segreti che ci trasmettiamo telepaticamente: io vorrei creare qualcosa di bellissimo ed eterno, lui vorrebbe semplicemente sapere cosa c'è oltre quel muretto su cui non gli è permesso neanche salire. Ah, l'Infinito di leopardiana memoria!

Bellissimo quando ci incrociamo in ingresso quelle mattine che rientro alle 5 e lui è lì sulla porta, perchè la notte e l'alba sono altre due informazioni che ha nel sangue, tramandate di gatta in gattino. Se faccio tanto di accarezzarlo è finita, è come autorizzarlo ad iniziare un party. Così il più delle volte lui sta seduto seduto nel suo angolo che fissa il pavimento e fa guizzare le orecchie (ci divertiamo, eh? Sciagurata!) e io prego che non abbia voglia di fare due parole. Capace di miagolare fino a mattina piena.

La sua attività preferita, ultimamente, è fare il gatto morto stecchito. Lo ritrovi ovunque in posizioni in cui corpo, testa ed arti seguono principi fisici prettamente felini, gli occhi semichiusi e i denti sfoderati. Lo freghi chiamandolo, perchè comincia a battere piano la coda.



venerdì 27 aprile 2007

UNA VOLTA L'ANNO - post di getto

Perchè non dirlo. Una volta l'anno, o giù di lì, fa bene ricordarsi chi siamo e da che storie veniamo. Avere ben presente il quadro di quanto siamo fragili, nel corpo e nell'anima. A volte è anche ascoltare la musica come quella di cui sotto che mi aiuta a sviscerarlo. Ok, magari è solo una bieca scusa per legare due post in un giorno...

Direi che negli ultimi 2/3 anni sono andata alla grande. Voglio dire, per quanto può andare alla grande una come me. Le mie dimensioni hanno misure sempre da rivedere, ma mi reputo soddisfatta di come sono "cresciuta" e ho veleggiato attraverso tutti gli scogli. Mi sono sempre misurata per negativi, forse perchè son più le cose che ho perso che quelle che ho conquistato. D'altra parte, come diceva il tassista che mi portava stamattina in clinica, signora mia, siamo nati per soffrire.

Ci sono poche certezze, nel mio mondo. Una di queste è che nei momenti di Verità si è sempre banalmente soli. Duro ma sopportabile. Il non dover mentire agli altri aiuta anche a non dover mentire a se stessi. E così ogni tanto mi ricordo che ci sono tante piccole e grandi cose, superate, ma non, come dire, annullate. Ho imparato ad essere un bravissimo mimo, ma una volta l'anno mi concedo di ammettere apertamente la mia fragilità, e mi inchino davanti a tutto quello che non ho avuto modo di diventare. Adieu.

Anche i soliti rimedi non funzionano, una volta l'anno. Forse queste momenti dovrebbero solo fermarsi e lasciarti passare avanti. Ma non ci sono più le mezze stagioni. E soprattutto, domani è un altro giorno.

PINK TURNS BLUE - PHOENIX


Sarà che lo sto ascoltando a ripetizione da tre giorni, ma non posso non esclamare "quanto è bello 'sto CD!". Regalo inaspettato di una donna che ammiro e riverisco, è un lavoro storico per ogni gothic-rocker che si rispetti.

Capisco di parlare a pochi. Se si pensa al gothic-rock, per di più vengono in mente altri nomi (e quella mente ha comunque una certa età, nevvero?). Se poi si pensa alla produzione musicale davk tedesca, si pensa più a roba danzereccia e tunzettara. I Pink Turns Blue sono sporchi e romantici, con quel suono che fa sempre pensare ad una giornata di grigio, ad un letto sfatto, e ad una passione (intellettuale e fisica) profonda. Con la loro bella base ritmica che viene dal post punk, quella voce ossessiva, quei testi intrisi di amore, ombra e morte, così secchi e vibranti. Ti viene voglia di scatenarti anche se sei all'opposto di ogni possibile senso del ritmo. Ti viene voglia di cantare anche se hai l'anima sotto i piedi.

La musica si evolve. E per carità. Ma ci sono artisti che valgono e continuano a dire qualcosa, anche con le stesse parole. Forse perchè parlano a quel pezzo di te che è rimasto ad allora. Alzi lo stereo e vai. Now's the time.

martedì 24 aprile 2007

ARTE MACABRA

Ammetto una certa difficoltà a far accettare al mondo circostante certi miei gusti intrinsecamente controcorrente. Il bello è che sono genuini ed affatto dettati da "mode" o "pose": ai tempi in cui la Berta filava e io vestivo di rosa, già comunque palesavo certi macabri pruriti. Il resto è venuto da sè. Come dire, è stata una forma autoeducazione "sentimentale".

La famiglia resta un grosso scoglio. La Madre è il mio Scilla e Cariddi. Specialmente da quando il mio amore per il Lato Oscuro è diventato più produttivo, e me ne esco con foto dalle tematiche piuttosto peculiari. Girare per casa imbrattata di sangue teatrale, o pitturata di nero come se piovesse petrolio, è una mission impossible. Studio preventivamente gli angoli dove la visuale materna sarà ridotta, elaboro probabili scuse nel caso venissi colta mentre scivolo di soppiatto nel bagno con lo struccante stretto nel pugno e il fil di ferro che mi insalama a modino. Per non parlare dei metri di Scottex intrisi di quel particolare tono di rosso, che fanno perentoriamente esclamare "ma-ti-è-uscito-il-sangue-dal-naso????". No, mà, se così fosse sarei già morta dissanguata...

Eppure mamma è quella stessa persona che, ignara di tutto, mi ha comprato la spugnetta naturale dalle forme un po' irregolari che ha metaforicamente simulato un cuore appena strappato dal petto. Mi è insomma stata complice senza saperlo. E ha pure cercato una spugnetta carina, che profumava di latte. Le ho spiegato che mi serviva per delle foto... Che foto?
C'è del trucco teatrale.... Ma quanto tinge/sporca? Niente, mà, tranquilla, mi serve, poi ti spiego...
Ma ti è uscito il sangue dal naso? No, è che questo rossetto proprio non veniva via...
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Mah!

venerdì 20 aprile 2007

XENOFOBIA

Queste straniere già mi girano tutte in ciabatte e microvestiti di velo, mentre io ancora insisto a indossare il trench di pelle. Ecche è?? E come si permettono! E' solo Aprile. Di qui a Luglio che fanno? Puppe all'aria? Che io ho pure il vago sospetto che tutto 'sto caldo ce l'hanno portato loro, che vengono qua perchè je garba la pasta, ma poi gli manca il sole della California.

Santo Cielo. Ridatemi l'ombra e i 12 gradi. O dovrò partire e goticizzare il mondo. Civiltà e nerocrazia. Mica pippe!

giovedì 19 aprile 2007

NON APRITE QUELLA PORTA - L'inizio



C'era una volta il sequel...

Oggi che ormai tutti fanno almeno un sequel di una pellicola di successo, tanto che sorge spontaneo il sospetto che il sequel sia già nella mente di Dio prima ancora che nasca il film originale, qualche buontempone ha pensato: facciamo una cosa fica, facciamo i prequel! Ovvero, adesso ti spiego il perchè e il per come da Adamo ed Eva, o giù di lì.
Ma di solito è sempre il solito principio che guida l'opera (soldi-soldi-soldi), e il pedissequo si spreca.

Non aprite quella porta - L'inizio vuol narrare le origini della famiglia più pestifera d'America, esattamente quella con quel figlio che va a giro con la motosega (in realtà lui non è figlio loro... però pensate che bella famiglia adottiva ha trovato... a volte si dice il caso!). E' una famiglia di cui per inciso si son sempre ben capiti poco i legami di parentela tra i membri, a volte sembrano più una comune di pazzi. Non importa. Sospensione dell'incredulità. E in questo film ce ne vorrà molta.

Il problema di fondo è che L'inizio ci narra più o meno la solita storia di sempre, pescando ora dall'originale di Toby Hooper, ora dal remake di qualche hanno fa, ora da altri capisaldi del genere, tra tutti dalla splendida lezione di bagno-di-sangue-con-sarcasmo di Rob Zombie, ma sfruttandola così male da rendere certe scene solo un pelino ridicole. Qualcuno alzerà la manina imbrattata urlando: Sì, ma sono serial killer! implicando che in quanto serial allora eserciteranno sempre simili delitti... Siete acuti!!! Peccato che come pubblico potremmo anche arrogarci il diritto di dire: dopo 4 film e un sequel, la motosega di Tommy Leatherface la conosciamo dente per dente, ora basta.

Certe scelte di sceneggiatura e di regia sono davvero imbarazzanti. Arrivi a chiederti se esistano dei format per i film, in cui qualcuno ti vende la struttura e tu devi solo decorarci su. Un po' come le basi da torta della COOP. Le due coppiette, due biondi e due mori. I maschietti che vanno in guerra, e dico guerra del Vietnam, e paion tutti leggeri come fringuelli (l'introspezione psicologica è un optional, ok, però...). Nel frattempo la famiglia Hewitt si manifesta per quella che è, in modo quasi troppo frettoloso. Non parliamo della causa scatenante dell'incontro tra le vittime e i "mostri", perchè è veramente tirato per i piedi.

Si vuole spiegare tutto, ogni dettaglio della famiglia, della casa dove abitano, dello scannatoio, tutto. Spesso le spiegazioni sono al limite dell'imbarazzante, e non basta l'abbondante spruzzata di sangue a coprire il rossore della vergogna.

Si salva qualcosa di questa pellicola? Sì. La fotografia. Anche se ormai diventata quasi "di maniera" per questo genere di film country-horror. Il sangue. Questo film non ci risparmia nulla in litri di plasma e chili di nefandezze (fisiche e mentali). La fine. Perchè ovviamente NON finisce bene, altrimenti che prequel sarebbe?

Una mezza delusione, dunque, se oltre alla macellazione ci si aspettava qualcos'altro. Forse la domanda da porsi in realtà è: cosa aspettarsi veramente da un film così?

mercoledì 18 aprile 2007

UNA DONNA PARTICOLARE

... cioè, la sottoscritta... particolare non per meriti, per carità!
Forse, piuttosto, per eclatanti mancanze:
- mondane e modaiole
- intellettive
- capacitative (se esistono... e comunque io ce l'ho)

Come mi è stato simpaticamente detto una volta, sono un genio che tocca punte abissali di stupidità?
(... magariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!)
La normalità mi fa una pippa.
L'anormalità... ci sguazzo come un pesce nella boccia.
Dove per anormalità evidentemente s'intende la mia connaturata
inefficienza e ritardataggine rispetto alle cose-che-tutti-sanno-e-sanno-fare... insomma, una maschera dietro la quale, da brava snob, mi nascondo quando non gliela fo.

E così quando l'ennesima persona, un amico che fra l'altro non è una cima in fatto di vita mondana, mi cita un paio di posti classici di aggregazione giovanile, e io scuoto la testolina e sgrano gli occhietti, mi sento investire da una grande verità:
- Simò, sei proprio una donna particolare... -

Ah, deh... è una responsabilità, che ti credi?!

p.s. una variante di donna particolare è donna spettacolare... nel senso che dà spettacolo di se stessa...

lunedì 16 aprile 2007

IN VERITA' VI DICO

Negli ultimi tempi provo un certo fastidio (una specie di oscuro brivido spinale) quando mi vengono chiaramente sbattuti in faccia certi cinico-pessimistici pensieri che ricalcano pedissequamente i miei. Cio' potrebbe suggerire che una parte di me agogna ancora la luce. Che la bambina che vestiva di rosa ancora mi possiede, e tenta di convincermi che qualcosa nella nera adulta sia profondamente sbagliato. O forse è semplicemente che certe amare visioni hanno senso solo nell'intimità della mia piccola anima: fuori di lì sono un calcio nei denti tutt'altro che desiderabile.

sabato 14 aprile 2007

TRASPARENZA - pt. 2

Certe mattine ci si alza con l'espressività e la prestanza fisica di un tavolino da bar, e si comincia a temere che qualcuno presto vorrà farci pagare questa abusiva occupazione di suolo pubblico...

Oh, che io perisca almeno tavolino da bar signorile!!! Nonostante le scarse finanze, tenterò un restyling elegante della mia tovaglietta!

venerdì 13 aprile 2007

ARCHIVIUM - A febbraio 2007 scrivevo...

05 febbraio
PENSIERINO DELLA SERA
... infondo voglio solo essere voluta bene...


06 febbraio
VISIONI DEGNE DI NOTA
"... ho visto cose che voi umani..."

"... se vi parlo di un film, non sempre è per consigliarvene la visione. Anzi..."

THE BLACK DAHLIA:
Attesissimo film tratto da un capolavoro della letteratura. E' come dire che un po' già si assapora la deluzione, e ci si accomoda sulla poltrona pronti a carpire quanto più possibile di bello la pellicola ci trasmetta.
BD non è un brutto film, tutt'altro. E non lo dico perchè io sbavo per le atmosfere retrò/noir/gessate, per le donne maliarde e per gli uomini che non devono chiedere mai. L'unica cosa che delude di BD sono i dialoghi, e quell'atmosfera generale un po' troppo finta, per cui a tratti si ha l'impressione di assistere ad un film anni '40 che fa la parodia di se stesso. Manca il cuore. Manca il morso, il graffio efficace. E' tutto troppo superficie. E' tutto troppo... cinematografico.
Un film che va visto, e che si salva, per l'opulenza visiva, per l'intrigante immaginario, per la patina, per l'atmosfera. Come un bel vestito su un bel manichino. Insomma, è già qualcosa.

LA NOTTE DEL MIO PRIMO AMORE:
Di questo film invece non si può salvare niente: regia, sceneggiatura e recitazione toccano i vertici del pressappochismo e dell'amatoriale. Anche su questa pellicola ero partita un po' prevenuta, ma la sua visione ha superato ogni mia peggiore aspettativa. Ne volete un breve riassunto? Beh, LA NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI incontra NON APRITE QUELLA PORTA... paura, eh?
Fighetti coatti vogliono trombarsi fighette coatte, mentre da qualche parte in una villa sperduta in un bosco il Leatherface de noattri fa cose intriganti a giovani fanciulle sprovvedute, perchè voi non lo sapete, ma in quella casa, tanti anni fa, sono accadute cose orribili, e per tutto il film si prova a tirar fuori da tutto sto marasma una storia che sia almeno onesta e coerente, ma non gliela si fa.
Perfino gli effetti speciali, che oggi sembrano essere l'unica cosa che puoi salvare di certi film di serie Z, sono assolutamente patetici. Neanche Dario argento agli albori della cinematografia horror aveva sangue e budella più finte di queste.
In una parola: pessimo.

"... e poi ditemi che non vi avevo avvertito..."


13 febbraio
SANVALENTINOROSSI
Mamma della Fata:
- Ma domani sera ci sei a cena? -
Fata:
- Perchè non dovrei esserci? -
Mamma della Fata:
- Mah, è la Festa degli Innamorati... -
Fata:
- Appunto. -


19 febbraio
Dimmi Qualcosa Che Non Sia Amore
T. dice che l'amore nella vita vera non funziona più perchè l'hanno messo tutto nei talk show, nei reality e nelle chat. La gente vive la propria sessualità nel tubo catodico.
.
.
.
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T. ha tremendamente ragione.


27 febbraio
VARI TIPI DI FREAKS
Nonostante quello che il titolo potrebbe farvi pensare, questo è un post di recensioni cinematografiche. Ogni tanto devo rendere uno scopo alla mia vita. Siete seduti comodi?

LE COLLINE HANNO GLI OCCHI - UNRATED (... ovvero, il remake...)
Grazioso, ma manchevole. Dal buon vecchio Aja, mente geniale dietro il genialissimo ALTA TENSIONE, mi aspettavo molto di più. Si sa, sono una donna esigente. Un medio orgasmino cinematografico non mi basta. Voglio sudare.
Il film inizia con una intro promettente e dei buoni titoli di testa, ma segue la pedissequa e noiosa lezione di Wes Craven fin quasi a metà dell'opera. Certo, i mezzi dell'anno 2006 contro quelli di 30 anni fa fanno la loro porca differenza. Solo che non si può fare a meno di chiedersi: sì, ok, morte, violenza, distruzione... e allora? Dov'è la novità? Sarà che i mostri figli dell'atomica ahanno (purtroppo?) smesso di spaventarci da un po'. E la storia ci ha insegnato che l'uomo non ha bisogno di mutazioni genetiche per essere malvagio.
Aja usa sangue e plastilina deformante come se piovesse, ma i suoi mostri sono solo violenti, non sono cattivi. Esattamente come dare addosso al leone perchè sbrana e artiglia. La storia si discosta dall'originale, offrendo una miglior prova di sceneggiatura, verso 3/4 del film. L'ambientazione, citando film come NON APRITE QUELLA PORTA (un capostipite con cui tutti prima o poi devono venire a patti), diventa più inquietante e offre ottime soluzioni anche di regia. Bellissimo l'uso dei manichini e del finto villaggio post-atomico. Lo splatterismo raggiunge livelli un po' comici, ma ok, fa scena. L'uomo da vittima comincia quasi a diventare carnefice, forse è un messaggio di rovescio (del tipo ok, per chi fai il tifo adesso?) oppure semplicemente una consolazione: l'essere superiore, il bipede intelligensis, l'homo tecnologicus, deve vincere sempre e comunque. Se non che il finale, gli ultimi 3 secondi, i più intriganti anche se sospettabili del film, ci rendono di nuovo giustizia come spettatori (e lasciano aperta la porta ad un remake/sequel?).
Si lascia guardare. Sicuramente più dell'originale. Ma insomma... il pezzo meglio resta sempre il cane.

IL FANTASMA DELL'OPERA - Brian De Palma
Rispolveriamo questo classico dell'horror-musical e godiamo. De Palma negli anni '70 è un tripudio di barocchismo e cattivi sentimenti, intreccia Leroux, il Faust, Dorian Gray e il Rocky Horror con una perizia da vero Maestro, e se gli si perdonano certi eccessi volgarotti tipici del tempo (e dei mezzi) si apprezza un film di rara bellezza. Il messaggio, sempre attuale, della deformità fisica e di quella mentale, dei "vampiri sociali" e delle loro vittime, è ben legato al mondo dello sciò bisnes con anche la nostra società sembra vivere in perfetta simbiosi. Il truculento è castrato dagli scarsi effetti speciali disponibili, ma non arriva mai a sfiorare il ridicolo: stimola solo la fantasia.


Sia il fantasma di De Palma che i mostri geneticamente modificati di Craven/Aja sono dei freaks. Diciamo che almeno il primo sa cantare e comporre musica. Sono freaks figli della nostra bella società, quella che butta gli scarti sotto il tappeto. Basta non vedere (ecco la maschera di cui tanti freaks devono vestirsi). Ma se il mondo fosse dei freaks, non esisterebbero più i freaks o meglio i freaks... saremmo noi?

mercoledì 11 aprile 2007

LA SACRA FAMIGLIA

A volte pensiamo di essere tanto sbagliati noi, poi guardiamo chi ci ha cresciuto e l'unica paura che ci resta è quella di diventare come loro.

martedì 10 aprile 2007

FATICISMI

Ovvero gli imprescindibili rituali di natura fatesca:

- Prediligo la numerazioni dispari al punto tale che perfino quando mangio, che ne so, dei biscotti, ne mangio in numero dispari. Direi quasi rigorosamente. Mi sto esercitando per riuscire a fare altrettanto con gli spaghetti e le foglie d'insalata.


- Devo indossare tutti i giorni qualcosa di nero. E mai più di due colori insieme (in realtà spesso la scelta è tra due nuances di nero... ma questi sono stupidi dettagli).


- In certe giornate in cui potrei anche gettare il cellulare, per lo scarso uso che ne faccio, lo accendo e lo spengo a ripetizione per propiziare l'arrivo di chiamate ed sms. A volte funziona. Solo che sono sempre le chiamate e gli sms sbagliati (continuare ad esercitarsi...).


- Arrivo sempre dannatamente in anticipo, convinta che sarò terribilmente in ritardo. Ciò mi fa pensare che pure al momento della mia morte, giungerò al cospetto della Nera Signora quei 5/10 minuti avanti. Beccandola giusta giusta con le scarpe in mano.


- Mangio senza vergogna Cipster o Pringles anche alle 9.30 di mattina. Dopo la divina ruminata, niente di meglio che cementare il tutto con un bel caffè alla panna.


E ora adoratemi! Sempre e comunque!

ARCHIVIUM - A gennaio 2007 scrivevo...

08 gennaio
FILOSOFIA APPLICATA
... ovvero incazzatur m'ondeggia lieve nel cuor...

Con mio sommo rammarico una tantum i miei piedi fatati devono toccare terra. Per inciso, sono sempre più convinta che la mela avvelenata di Biancaneve nient'altro fosse che, metaforicamente, il boccone amaro che nella vita mortale dobbiamo ingoiare un giorno sì e uno anche.

Il reality show di oggi comprende:

- la libertà non esiste, se passi il tempo a doverti giustificare in continuazione per ogni decisione che prendi, da cui se ne deduce che il nostro è un mondo di voyer e di sputasentenze (esattamente come nelle trasmissioni di Maria De Filippi)

- il singolo essere umano val meno di una messa (e io sono atea): tutti contiamo se facciamo massa, gruppo, legione, club, band, squadra

- nella massa ti distingui per quanto sai fare di te l'ottimo oggetto di una spietata operazione di marketing. Mi vendo! cantava il buon Renato Zero... praticamente un profeta!


19 gennaio
SOLUZIONE (ACIDA)
Problemi insormontabili? La soluzione sarà, come ne La Settimana Enigmistica, a pag. 46.


25 gennaio
TRASPARENZA
C'è una certa inspiegabile ostinazione nel cercare di sconfiggere la propria trasparenza con quotidiani strilli, movimenti, saltelli, gesti per attrarre l'altrui attenzione, pur tuttavia senza ottenere il ben che minimo risultato.

giovedì 5 aprile 2007

VILLAGE PEOPLE TUTTO INTORNO A TE

Dopo anni di indifferenza nei miei confronti, finalmente la telefonia ha rivolto il suo occhio benevolo verso di me: sia TIM che VODAFONE, di cui sono entrambemente utente per vari cazzi miei, mi hanno offerto a distanza di pochi giorni:

- 15 euro di bonus telefonate verso il mio numero preferenziale, da consumarsi entro un mese ('na pacchia);

- 250 sms verso tutti a soli 3 euri, da consumarsi in una settimana, il che, considerate le imminenti feste, è comodo assà. Considerate che 250 sms sono una spesa media di 30/35 euro...

Son ben cosciente che forse sono solo stata sorteggiata per essere spinta a spendere di più in ricariche, una specie di abituati, consuma, crepa. Ma mi conosco, e so che i Signori Grigi della Telefonia non mi avranno.

In realtà, in passato avevo già avuto un altro abbocco di fortuna, purtroppo non consumato. Nella guerra spietata tra i gestori delle nostre conversazioni a distanza, Vodafone mi aveva offerto un tot. di telefonate gratuite se avessi presentato loro un utente della fazione avversaria desideroso di passare a tutti gli effetti alla squadra di Totti-Gattuso. Fui contattata da un gentilissimo operatore dalla voce incantevole, che mi spiegò per tipo 10 minuti come funzionava questa fantastica opportunità, e per farmi meglio capire, entrò nei dettagli:

Operatore: - Per esempio, lei ha la tariffa YOU and ME? -
Io: - No, veramente io ho VILLAGE PEOPLE! -
Operatore: - ???????????????? Ahem, forse intende il profilo VODAFONE people... -
Io: - Ihihihihihihihih. -

Click.

Ricordo solo che il gentilissimo operatore doveva richiamarmi, ma non l'ha mai fatto. Ancora mi chiedo perchè.

mercoledì 4 aprile 2007

LE DEMON C'EST MOI!

La vecchina che sull'autobus mi guarda e stringe il crocifissino d'oro che ha al collo ancora mi mancava...
ALL'ESORCISTA!!!!!!!!!!!

martedì 3 aprile 2007

*FATTI* STRANI



Non importa che la nostra Sanità analizzi le acque delle fogne per capire quanto la gente si droghi. Basta girare per strada e avere un minimo di senso dell'osservazione.

Cosa potrebbe spingere, infatti, un (apparentemente) normale uomo sui 35 anni mai visto né conosciuto ad insistere per darmi a tutti costi un passaggio in macchina mentre sto pacificamente aspettando l'autobus al riparo dalla pioggia, ascoltando un po' di sano 'evi meta, sicuramente con l'occhio spipato e la faccia devastata da una lunga giornata lavorativa?

Al di là che forse mi mancava giusto il display con su scritto Vietato Rompere Il Cazzo a led rossi lampeggianti, come tecnica d'imbrocco direi che è a prescindere una delle più fallimentari che si possa tentare. Mafammilpiacere.


lunedì 2 aprile 2007

ARCHIVIUM - Nel dicembre 2006 scrivevo...

06 dicembre
THE PAN'S LABYRINTH
Si va a veder l'ultima fatica di Guillermo Del Toro (già regista dei godibilissimi ma certo non geniali BLADE II e HELLBOY) credendo di assistere semplicemente ad una proiezione fantasy a tinte gotiche. A volte è bello essere delusi e disattesi.
Questa pellicola è un capolavoro. Innanzitutto.
Di seguito si può aggiungere che l'aspetto fantasy c'è, ma non è certo l'aspetto più preponderante. E' infatti solo una chiave di lettura distorta e deviante di un pezzo della nostra storia, la reazione estrema di una bambina ricca di immaginazione di fronte agli orrori della guerra.
Questo film è una piccola, onesta, sferzante lezione di cinema. In cui regia, fotografia, sceneggiatura e recitazione confluiscono a restituirci assai vividamente la violenza del fascismo e la voglia di vivere in libertà, l'illusione dell'infanzia e la troppo trita realtà degli adulti, la voglia di credere in un ideale e il prezzo che bisogna pagare per difenderlo. Del Toro mescola sapientemente realismo, elementi grottesco-fantastici e violenza à la HOSTEL, generenado ancora più angoscia e sgomento di qualsiasi slash movie, proprio perchè le scene più sanguinose sono sempre quelle attinenti alla Storia, e non alla fantasia. Che è come scrivere a chiare lettere che più mostro dell'essere umano non esiste. Che storia più horror di certi pezzi di Storia non esiste. Che la Bestia è dentro di noi.
E così l'elemento fantastico liberatorio a poco serve nella dimensione della Realtà sconvolta dalla guerra. Le fiabe restano fiabe, nel loro mondo puro perchè fondamentalmente irrangiungibile. La Giustizia poco appaga di fronte a tanto sangue. Storia e Violenza si ripetono. Nei secoli dei secoli.


13 dicembre
GOTHIC BEAUTY
Il mio costante uso di make-up total pallid mi rende, nonostante la veneranda età, totalmente inetta nell'uso del fard. E se capita di doverne avere bisogno? Ah, se son problemi!


30 dicembre
Trentuno dicembre
Mi asterrò dal fare resoconti sull'anno che passa o dal fare lista della spesa per i desideri dell'anno che verrà. Il 31 dicembre arriva immancabilmente tutti gli anni e, sì, è una convenzione tra l'altro neanche rispettata da tutti i calendari di questo mondo, solo dalla stra-grande maggioranza.
La nostra flebile natura umana ha ancora bisogno di fare gli occhi dolci ai successivi 365 giorni affinché gli Dei le siano benigni, ma, come diceva Shakespeare... alas!
Che più o meno vuol dire... mo so cazzi!