lunedì 1 dicembre 2008

FUNNY GAMES - commento libero che se ne infischia dello spoiler

Finalmente ho visto FUNNY GAMES, o, come lo chiama lo stesso regista, che ha praticamente remakerato se stesso, FUNNY GAMES U.S.
La storia è semplice: due promettenti giovani pazzi, cresciuti a pane ed Arancia Meccanica, s'intrufolano nelle estive case di felici famigliole tipo e le fanno psicologicamente e fisicamente a pezzi, senza un perchè. Voilà fatto un film.
Non so, la pellicola mi ha lasciata perplessa. Forse tutto quello che sto per dire finirà per sembrare una critica positiva, eppure io sono davvero perplessa.
Ad esempio ho trovato la recitazione di Tim Roth, del mio Tim Roth, decisamente inefficace e priva di spessore. Già questo è sufficiente motivo per essere profondamente delusi ed indignati. Ma non è questo, no.
E' che il film non ha fondamentalmente scopo. Non mira a nulla. Non ha un messaggio. E' pura crudeltà. Dall'inizio alla fine. Figo, direte. Basta con quelle trame giustizialiste in cui alla fine il malvagio paga sempre. Il malvagio, nella realtà, non paga quasi mai. Ok, forse sono io che sono nel mio periodo vendicativo, e mi gaso solo quando arrivano i nostri e fanno a dritta e a manca tanti culi così.
Il fatto è che concepire che ai due malvagioni alla fine vada tutto così liscio è semplicemente inverosimile. Anche se forse, e qui nasce il paradosso, nella realtà può capitare molto spesso. E allora? Allora niente, allora in un'ora e 45 min. di pellicola non ti aspetti che tutto precipiti come su un piano inclinato, senza un intoppo: ciò turba la tua idea preconcetta di probabilità.
Per non parlare del fatto che i due personaggi negativi alla fine sono impersonali e anonimi come le ciabatte di una massaia qualunque. Chi sono, da dove vengono, perchè fanno quello che fanno: perfino i nostri politici sono più motivati. Non sapremo mai neanche i loro veri nomi: ora si chiamano tra di sé Paul e Peter (notare la sagace scelta di una delle coppie più famose del mondo, Pietro e Paolo, che in realtà non si frequentò praticamente mai, se non in spirito), poi Tom e Jerry, oppure semplicemente "ciccio", il più banale degli appellativi dopo "hey, tu".
Insomma... loro... sono anonimi, e sono odiosi e antipatici.
Voce fuori campo: sono i cattivi, DEVONO essere antipatici da contratto!
E invece no! Anche il cattivo può essere coinvolgente. Non dico ammirabile, non dico amoroso, ma cribbio! Puoi averne paura, ribrezzo, orrore, sdegno. Questi due li detesti come il primo della classe, come l'esattore delle Tasse, come il vigile. Vorresti cambiare canale ogni volta che guardano l'obbiettivo!
Alla fine tutto va come pensi che andrà. Si capisce quasi dalla prima inquadratura, il che potrebbe denotare tutta la genialità e tutta la pochezza di quest'opera. E' una specie di documentario romanzato sulla serena quotidianità spezzata, sulla banalità del male. Grazie mille.
Non ho visto l'originale ma mi chiedo se davvero c'era bisogno di farci un remake. Se pensate di non aver ancora chiaro quanto sia turpe la mente umana, allora sì. Se invece già siete nella fase incazzosa, allora siete pronti per qualcosa di più coinvolgente.
In ogni caso la scena che mi ha dato più fastidio è quella in cui ammazzano il cane. Non so perchè, mi illudo che l'essere umano abbia sempre una ben che minima chance di ribellarsi, l'animale già non più.
Have fun.

mercoledì 12 novembre 2008

NEUROLOGIA

[cit.]
- Hai presente com'è fatto il cervello?! E' un po' come un budello! -

Corollario: pensieri e merda possono essere più imparentati di quello che sembra.

mercoledì 5 novembre 2008

ONCE BLACK YOU NEVER GO BACK

E' quasi scontato che sono al centonovantesimo cielo che abbia vinto Obama. Ho solo qualche remora ad esserlo perchè lui è nero, è altrettanto razzista che l'affermare che non dovesse essere eletto perchè lo è.
Certo, visto che il colore della pelle ancora nel 2008 costuisce un fattore estremamente discriminante per accedere a certe posizioni sociali, ok, allora vantiamoci di avere il primo Presidente afro-americano, e speriamo che ci dia una bella lezione di politica e di intelligenza.
Oby, hai aperto una porta, un portone, una voragine!!!!
Dopo di te ci auspichiamo:

Un Papa nero
Un Presidente della Regione Lombardia musulmano (e con la barba)
Un paio di acuti cinesi nella giunta comunale fiorentina
Un ministro alla pari opportunità brasiliano transessuale

... ma soprattutto, e seriamente, una svolta radicale nella testa della gente, perchè in milioni di anni di evoluzione siamo tra le poche razze che non hanno capito un cazzo (le altre si sono stranamente già estinte).

martedì 14 ottobre 2008

Grazie...

... Quando ad un popolo non resta che sperare in una sostanziosa vincita al Superenalotto, significa che si è toccato il fondo...

Questo è un pensiero dark, ma anche no.

giovedì 2 ottobre 2008

L'ALTRA META' DEL CIELO (fa schifo)

Ci scusiamo con gli oscuri lettori ma ripulire la baracca ha richiesto più tempo del previsto... forse perchè il più delle ragnatele era nel cervello, ma me ne sono accorta troppo tardi.

In ogni caso, di questi tempi vivere con le ragnatele tra i neuroni, o belle zipite dentro gli occhi... ma quanto aiuterebbe! Perchè sto sempre più pensando che questo mondo non si salverà: nè a destra nè a sinistra, nè bianco nè nero, nè maschio... nè femmina.

Essì, donne, tanto per ribadire il concetto che il femminismo ha fallito, avete visto chi abbiamo più o meno vicine ai centri nevralgici del potere? La Palin? Mariastella Gelmini(Mariastella? Cos'è, una Winx de' noattri inoculata col gene di Alien?)? La Marcegaglia-di-Ferro, detta anche Diociscampieciliberi? Devo continuare? Mi fermo qui, e lascio che i vostri ingranaggi elaborino da soli. Personalmente a tutto questo circo di uomini-con-la-vagina preferivo le donne che stavano dietro ai fornelli e cercavano di tirar su decentemente una famiglia, senza pretese.

Buona sera, buona notte. E se tutto finisce, non svegliatemi.

mercoledì 24 settembre 2008

SPIDERWOMAN

... Intanto dovrei partire col togliere le ragnatele e spolverare i soprammobili...

venerdì 5 settembre 2008

GRAZIE PAO!

E' inevitabile ed imprescindibile, per questa mia ultima lettura estiva, Vampiri, devo pomposamente ringraziare il segnaligno Pao per avermi inconsciamente regalato un libercolo raro et prezioso.

Credendo rifilarmi un pacco paccotto, infatti, il buon Pao mi ha invece passato "niente popò di meno che" il catalogo di una mostra dedicata al Conte Dracula e ai suoi familiari che ebbe luogo nel '98 a Milano. Al di là degli interessanti spunti di lettura e di ricerca, al di là di certe firme prestigiose, mi fa quasi liquefare il pensiero che il mio paese possa aver ospitato una mostra seria sull'argomento (oltre che rabbia il pensiero di non esserci andata, ma ahimè, lo scopro con 10 anni di ritardo, e così sia).

In ogni caso ho deciso di iscrivermi alla Transylvanian Society, e per quanto tu adesso ne stia ridendo, Pao, io lo so, SAPPI, oh sappi, che in un certo qual modo... ne sei responsabile.

mercoledì 23 luglio 2008

INCOMPRESA

Ho appena scoperto che mia mamma usa il libriccino con gli stralci delle mie poesie per fermare la finestra di camera mia quando dà aria alla stanza.

Per il dolore mi sgorgano così due strofette dal cuore, tra Bluvertigo e Max Gazzé:

"L'abitudine genera complessi,
non troppo musicali."


D'altra parte si sa, le mamme ci vorrebbero tutti ragionieri, al massimo avvocati...

lunedì 21 luglio 2008

ANIMAL FEROX

Non ridete con me, ridete di me.
Però, prima del fatto, la premessa. Il mio affetto per gli animali ha qualcosa di patologico. Io salvo gli scarafaggi dalle grinfie delle colleghe, e vado in brodo di giuggiole davanti a cani, gatti, coniglietti, criceti, delfini, orsi... (di questi ultimi non è che mi capiti di vederne spesso, ma considerate che ci sono anche i documentari... il che rende il fatto ancora più grave). Con gli animali faccio le vocine, come fanno le nonne coi nipotini. Il mio Amato è solito dire che se un giorno avrà modo di essere geloso di me non sarà per un altro uomo, ma per via di una qualche creatura a 4 zampe. Probabilmente mi manca solo di fare festa alle mosche, e mi eleggono Miss WWF.

Una volta nota la mia psicopatia, scatti in voi un minimo di comprensione se mi agito di fronte a qualsiasi cosa che si muova con parvenze "bestiali".
Ordunque, giusto con l'Amato sabato notte attraversiamo un quartiere in macchina e ci approssimiamo ad un bancomat, presi in qualche nostro discorso, quando io tronco la frase a mezzo per urlare "un gatto, amore, un gattino!!!". E dico urlare. E dico che sabato era caldo, e avevamo i finestrini spalancati. E dico che nonostante la città semi-deserta, per l'appunto proprio in quel momento non eravamo i soli ad aver bisogno di soldi.

E c'è indubbiamente anche una creatura zampettante che passa su e giù davanti alla nostra macchina. "Un gatto?" s'interroga l'Amato. "Un gatto?" s'interroga evidentemente dentro di sè l'ometto al bancomat, che giusto in quel momento ha perso di vista il suo Chiwawa nano. Sì, perchè o quello era una versione mignon tascabile di Chiwawa oppure un bizzarro esperimento genetico tra un topo e una piattola. Sicuramente non era un gatto, anzi, un gatto se lo sarebbe pappato in un boccone. Mi accorgo subito dell'errore, e cerco di porre rimedio, e sempre urlando, da brava gallina, rassicuro gli animi: "Beh, veramente non è un proprio gatto...". L'omino al bancomat mi fissa. L'Amato sghignazza.
Io gracchio. "Però, dai, è carino lo stesso!"



(... e, sì, probabilmente avevo questa espressione...)

giovedì 10 luglio 2008

LA MATEMATICA NON E' UN OPINIONE

La mia empatia verso gli esseri umani è inversamente proporzionale in modo esponenziale a quanto (poco) li frequento. Ovvero, io amo il mio prossimo quanto odio me stessa, in fila per 4 col resto di 2.

mercoledì 25 giugno 2008

DE MALEDUCATIONE PERSONIBUS AT CONCERTUUM

Ormai per le anziane pinzillacchere attente all'etichetta come me, anche andare ad un concerto tranquillo come quello dei Baustelle in un posto ameno come l'Anfiteatro Pecci a Prato può diventare un'esperienza corroborante per l'istinto omicida.

Sarà che questi giovani d'oggi dì non li capisco più: ai mì tempi, se volevi avere dei sani orgasmi musicali, andavo nel "prato" e ti pigliavi a schiaffi col tuo prossimo, sudavi, sgomitavi, e facevi la cavallina sulle spalle altrui per cercare di vedere il più possibile i tuoi amati performrsssss.

Oggi questi puffi privi di rispetto, nonchè di educazione, se ne stanno comodi sui gradini, per poi alzarsi in piedi e ballare e fare i propri comodi, mentre intorno a loro si fa il vuoto, e l'aria si elettrizza di maledizioni nei loro confronti e complimenti alle loro madri. Pensate che gliene importi qualcosa? Devono godere solo loro: metaforicamente parlando, preferiscono una beghina masturbazione al sano rapporto a due (o tre, o quattro...).

Perfettamente inutile che poi inneggino alla pace nel mondo e sappiano a menadito canzoni che parlano di solitudine e disagio... ma andate a lavorare!

Detto questo (*si ricompone*), il concerto è stato bello. Voglio un gatto per chiamarlo Baudelaire, come la canzone. Anzi, visto che un gatto già ce l'ho, lo regalerò al Cuccimimmo.

sabato 7 giugno 2008

SCUSA MA TI CHIAMO MMMMMMMMMORA



Quando si legge un libro, o si guarda un film, firmato Federico Moccia, è inevitabile chiedersi... MA CHE PROBLEMI HA QUELL'UOMO?

Perchè nelle sue storie le protagoniste sono tutte ninfette minorenni appariscenti, odiosissime e griffate? Perchè gli uomini sono tutti dei cerebrolesi attaccati alla gonnella che scoprono nella minorenne di cui sopra la via per la salvezza e per il riscatto personale? Perchè le sue storie sono infarcite dei peggio luoghi comuni che neanche l'ultima fiction Mediaset a basso budget li utilizza più? Perchè per lui la vita, anche se romanzata e di fantasia, è solo colpi di fulmine, discoteche, look e pseudo-ammmmmmmmmmmore con tragedia a lieto fine?

Moccioline e mocciolini sono ormai stereotipati come le figurine del presepe. Nei videogiochi i personaggi hanno più campo d'azione e tratti più salienti.

Certo, forse la domanda più importante è: perchè si dovrebbe leggere o guardare qualcosa firmato Moccia? Io la mia risposta ce l'ho. Analisi sociologica: l'importanza di sapere quello che ci circonda ...(e poi c'è una punta di masochismo, ma quella è un'altra storia).

venerdì 30 maggio 2008

10 LIBRI GANZI CHE HO LETTO NEL 2007

... libera traduzione della "palla" passatami da Elisaday, che suona come TEN FAVOURITE BOOKS I READ LAST YEAR.

Prima di raccattare i due neuroni e tentare di ricordarmi cosa ho letto quando, un paio di dubbi:

- ma perchè proprio anno scorso? un mese fa pareva brutto?

- e quando l'ho detto, potrei vincere qualcheccosa?

- se ci metto un riassunto semiserio v'incazzate?

E comunque, facendo finta che questi siano davvero libri che ho letto anno scorso (ma datemi il beneficio del dubbio...):

1) LASCIAMI ENTRARE di Lindqvist
Come non sempre far entrare in casa uno sconosciuto è da deprecare.

2) SMOKE and MIRRORS di Neil Gaiman
Una raccolta di racconti. Alcuni fantastici, e non solo come genere.

3)La serie di Charlaine Harris su una ragazza paranormale che si fidanza con un vampiro. E non lo dice alla mamma. Da cui molti guai.

4) L'AMORE AL TEMPO DEI MORTI di Silverberg
(e se volete saprne di più, andate a spulciare questo blog, che l'ho pure recensito, capre!)

5) CAVIE di Palanhiuk
La storia di un GRANDE FRATELLO molto speciale.

6) ROSEMARY'S BABY di Levin
Quando si parla del Diavolo... a volte spuntano i bambini.

7) FOSCA di Tarchietti.
Il fascino perverso delle brutte. Bel mix di passioni torbide fine Ottocento.

8) MUCHO MOJO di Lansdale.
Un nome, una garanzia. Antieroi texani e storie assurde di malavita americana.

9) L'ultimo capitolo di Harry Potter, rigorosamente in inglese. Non che sia ganzo di per sé, ma perlomeno sappiamo come va a finire con questo dannato maghetto. Per inciso, secondo me non troppo bene. Più che un'amena lettura, un doveroso passaggio di consegne.

10) ... e il dieci lo salto, perchè si sa, io amo le cose dispari...

In ogni caso questa manfrina letteraria mi ha fatto ricordare che in passato quando iniziavo un libro lo firmavo e lo datavo, in modo da verificare in quanto tempo lo leggevo. Erano tempi in cui tenevo una media di 3/5 libri al mese. Una goduria.

mercoledì 21 maggio 2008

CLOVERFIELD

Ovvero: come in un mondo sotto attacco alieno i cellulari prendono sempre e la batteria della vostra videocamera non si esaurisce mai (più altre amenità che non citerò per non disturbarvi la visione).

giovedì 15 maggio 2008

TIDELAND



Nella sua personale introduzione al film, il regista Terry Gilliam ci invita a guardare questa pellicola con gli occhi di un bambino. Non so quanti lo abbiano fatto, né se ne abbiano capito il perchè. Io ho pensato che questa richiesta nascondesse una sorta di appello alla "sospensione dell'incredulità" di letteraria memoria, ovvero la capacità di godersi anche ciò che è assurdo.

Ora penso che il motivo sia un altro, molto più serio. Solo immedesimandosi nella capacità dei bambini di resistere alle più assurde ed indicibili violenze usando il potere della loro fantasia possiamo accettare di assistere al grumo di grottesca infelicità che permea la vita dei personaggi di "Tideland".

Fiaba nera, storia surreale e violenta, racconto volutamente scialbo ammantato di make up dozzinale, a cui fanno gioco una fotografia splendida e un ritmo lento e ipnotico. Questo film, di cui non racconterò di più per non fuorviare il vostro giudizio, è come sale su una ferita: fastidioso, ricco di immaginazione perversa, e di un "non-messaggio" di incommensurabile, sottile orrore quotidiano.

martedì 6 maggio 2008

SILENCE, PLEASE

Mi pare evidente, ho più di una buona ragione per non avere un cavolo da dire.

mercoledì 16 aprile 2008

LUTTO NAZIONALE - THE DAY AFTER

(... contiene un linguaggio crudo ed estremamente realista...)

lunedì 14 aprile 2008

LUTTO NAZIONALE

NO FREEMEN IN A FREE LAND ANYMORE

(and from now on: enjoy the silence...)


p.s. per tutti quelli che hanno contribuito a questa vergogna: vorrei trovarvi tutti, uno a uno, per vedere che facce avete... solo per vedere che facce avete...

mercoledì 9 aprile 2008

TENHI - una favola d'ombra

Con questa ultima ricaduta nella "malsalute" mi sono ufficialmente aggiudicata il Premio LAZZARETTO D'ORO 2007-2008, e ne vado fiera. Da tre giorni mi trascino tra letto e sedie varie con la vispaggine di una vecchietta di 90 anni artritica e con una scopa nel culo.
La mia unica colonna sonora sono loro, a ripetizione. I Tenhi, trio folk finlandese di cui mi ero ripromessa di parlare da molto tempo.
Ho in mano Folk Aesthetic 1996-2006 uscito l'anno scorso, una summa di tutta la loro produzione, compresa quella demo. Difficile descriverli: molta musica strumentale folk neoromantica minimalista, poco cantato, quasi sottovoce, quasi mormorato. Trame sonore semplici, essenziali, che richiamano subito i grandi spazi bianchi del Nord. Non c'è niente di epico. Tutto è ridotto ed introverso, qualcosa tra una colonna sonora di una storia triste e una ninna-nanna.
Le passioni evocate sono da prima intense, e poi sedate, come un volto amato intravisto attraverso una lastra di ghiaccio. Potenti, eppure discreti.
Ho conosciuto questo gruppo attraverso il loro CD Maaäet e ne ho voluto subito sapere di più. Folk Aesthetic 1996-2006 è stato solo un goloso acquisto, con quella sua bella copertina cartonata e i 3 CD neri, elegante ma sobrio. Una specie di piccolo scrigno.
Immagino che in Italia li conoscano in 5. Forse se qualcuno tipo Sigùr Ròs ha abbattuto le vostre difese, magari sarete già più pronti per accogliere il fantasma poetico che aleggia nella musica dei Tenhi. Unico accorgimento: essere dello spirito giusto.

Io torno all'ascolto, nella speranza che non avesse ragione il mio caro amico Tato, quando ipotizzava che il tipo di musica che senti condiziona la tua salute fisica e mentale. Altrimenti comincerò presto ad aleggiare anche io, sospinta in alto dai miei gradevoli starnuti.

(Per un Tenhi-approfondimento: Wikipedia, il loro sito, o Myspace)

sabato 22 marzo 2008

IL PANTEGATTO

Schivo per natura, il pantegatto ama rifugiarsi in luoghi ombrosi, acciambellandosi o assumendo strane posture, convinto di non essere osservato...






Il pantegatto si concede raramente alle attenzioni del prossimo, specialmente quando non hanno a che fare con (nell'ordine): cibo, coccole, altro cibo. Per il resto, sopporta con pazienza dai 2 ai 5 secondi, dopo di che si allontana silenzioso.


lunedì 17 marzo 2008

SOMEONE LIKES IT GOTH

Essere dark e non saperlo?
Beh, non mi fanno impazzire, ma dopo aver ascoltato il loro CD a ripetizione, posso solo dire: se non son darche loro...

Anche se magari, non si vestono di nero, anche se magari, non usano il kajal.

"Vorrei morire a quest’età. Vorrei star fermo mentre il mondo va. "
(Charlie fa surf)

"Io ti amo e non ti penso mai. Penso a quello che ci resta."
(L'areoplano)

"Satana è all’inferno per te. Ed è più moderno di te. Avremo divani fondi come tombe. Stando a quanto dice Baudelaire."
(Baudelaire)

"Dice il governo che è passato ormai l’inferno. E ti ho sposato. Qui. Fra i topi neri e i fiori. Il cranio ti ho mangiato."
(Antropophagus)

"Avere la visione della morte. Fottere tutto e naufragare. Mettere gli stivali e farli andare. Correre per non arrivare. Amare il rogo. Amare il suo bruciare."
(Panico)

"Sarebbe splendido. Amare veramente. Riuscire a farcela. E non pentirsi mai. Non è impossibile pensare un altro mondo. Durante notti di paura e di dolore. Assomigliare a lucertole nel sole. Amare come Dio. Usarne le parole. Sarebbe comodo. Andarsene per sempre. Andarsene da qui. Andarsene così."
(Andarsene così)

++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

E con questo post avrò fatto mediamente felici Elisaday e Daniele/Balanite/Amoremio.

Per tutti quelli che invece non sono soddisfatti e vogliono qualcosa di forte, leggete la mia recenzione della Hamilton - Il ballo della morte su Anobii...

lunedì 3 marzo 2008

PARENTELE STRETTE




... ma non lo dite troppo a giro...

venerdì 29 febbraio 2008

SRAGNATELARE

Sì, lo so anche da sola che sto terribilmente trascurando questo posto. Però, guardate, ora è pieno di belle ragnatele, e tutto ciò è molto goth.

("sragnatelare"... mmmm... chissà se c'è su Wikipedia...)

lunedì 18 febbraio 2008

DI DEBOLE COSTITUZIONE



... dopo di che, si manda al gas un po' di gente...
(quella che la Costituzione dovrebbero farla rispettare, ovviamente)

venerdì 15 febbraio 2008

30 GIORNI DI BUIO





Basterebbe pagare la bolletta, direte voi. Beh, non in questo remotissimo villaggio dell'Alaska, dove la natura ancora fa da padrona, e costringe gli abitanti, quelli coraggiosi che decidono di restare, a vivere 30 giorni senza vedere il sole. Una notte che dura un mese, in un paesaggio desertico ed alienante. Già c'è da morirne. Finchè un giorno, l'ultimo giorno prima che calino le tenebre, arriva in paese uno strano personaggio, sporco, con lo sguardo folle, pare solo uno spostato giunto lì per caso. Ma la gente comincia a morire davvero, decimata da uno sciame di creature che come nelle migliori tradizioni horror, nel buio trovano il loro habitat naturale.

Rilettura moderna eppur tradizionale della figura del vampiro, ispirata ad un fumetto e girata con velocità, ritmo, maestria, tra documentario e videoclip, 30 giorni di buio è sorprendente. Fresco, incisivo, cattivo, si allontana decisamente dalla moda degli ultimi tempi che voleva il vampiro dandy belloccio e sensuale, tormentato dal suo stesso stato di immortale. La banda di vampiri che scorrazza per il villaggio di Barrow ricorda un branco di lupi affamati, e opera per la totale distruzione della vita umana. Il solito manipolo di coraggiosi/superstiti dovrà sopravvivere come naufraghi in un mare di pescecani, mentre le speranze si assottigliano giorno dopo giorno.

Visto con entusiasmo ma covando poche reali aspettative, questo film non mi ha deluso, nonostante alcune pecche di sceneggiatura tipiche dei film horror di cassetta. Il trailer anticipa l'atmosfera di tutto il film, anzi, non ne disvela le parti migliori, e la rivisitazione del classico (i vampiri arrivano su una nave "fantasma" e si fanno aprire la strada da un folle che ricorda il Renfield stockeriano, sono sporchi, brutti, cattivi e "non parlano la nostra lingua"; il tema della notte eterna che favorisce il "mostro", il sangue infetto che trasporta il vampirismo) è ottimamente realizzata. I vampiri non vogliono colonizzare il nostro mondo, vogliono solo nutrirsene, e non lasciano prigionieri.
Sangue in abbondanza e profusione di violenza fisica completano lo scheletro della trama (eh, lo scheletro!). Ottimo anche il finale, fattore non trascurabile nella cinematografia moderna.

Sicuramente non un film per riflettere, ma di puro godimento e brivido al 100%.

lunedì 4 febbraio 2008

SCUSA MA TI CHIAMO ZIA

Succede che un nomignolo autoaffibbiatosi per scherzo o per dire ("dai, dillo alla zia!") diventi una specie di marchio di fabbrica. Ora quasi tutti mi chiamano zia, tranne il fidanzato, perchè ha orrore dell'incesto (non alzino la mano quanti mi hanno registrato sul cellulare come "zia", potrei non reggere il colpo). Sarà il mio atteggiamento così aristocratico-decaduto, sarà la mia innata comprensività, sarà il mio stare seduta con la mani in mano, o la borsetta stretta sulle ginocchia, sarà che sono nata vecchia, e quindi "zia".

E allora, che zia sia. Nella prossima vita la frase sarà "su, raccontalo a 'sto pezzo di gnocca!", e il successo sarà garantito.

martedì 29 gennaio 2008

MINESTRINA RISCALDATA

C'ho provato, a non buttarmi su un post sociopolitico, e a non snocciolare un po' di luoghi comuni. Ma il mio spirito salottista ha avuto la meglio, per cui eccomi qua. Mi giustificherò dicendo che la situazione italiota è talmente cupa che pare partorita dalla mente del goticone più depresso. Quindi degna di rientrare in questo blog.

In realtà il fatto è che, al di là di tutte le utopie, le lamentele, le opinioni, le analisi e le pippe, finiremo di nuovo a parlare di minestrina riscaldata, oltre che a nutrircene. Robe che girano da quando son piccina, e la Berta filava (ma detto tra noi, questa Berta...).

So che non c'è niente di maturo ed oculato in quello che sto per scrivere, sto solo per dare sfogo alla parte più semplice che c'è in me, quella da mercatino rionale, e non posso frenarmi dal dire che l'idea che torni al potere la Destra amica dei preti e degli industrialotti arrivisti non mi piace per niente. A prescindere. Se in tutto 'sto brodo c'era per forza da piglialla in culo, preferivo piglialla in culo dai compagni. Sai com'è.

(... E detto ciò, se qualcuno si prova ad appiccare un flame politico, gli spezzo le braccine... in barba alla tolleranza...)

giovedì 17 gennaio 2008

CRONACHETTE DI UN LAVORO SPORCO

... e se pensate che vi tedierò ancora con episodi dal mondo del grullaio... SBAGLIATE DI GROSSO!

UN LAVORO SPORCO




Una piacevole scoperta per quello che sta diventando uno dei fenomeni letterari d'oltreoceano. Tra Gaiman e i Monty Pyton, l'autore Christopher Moore intesse una storia fatta di mitologia, humor nero e romanzo di formazione, in un linguaggio frizzante e scorrevole come non se ne leggeva da tempo.

Charlie è il classico giovane paparino medio che, colpito da un gravissimo lutto e rimasto solo con la sua piccola creatura Sophie, scoprirà di essere alle dipendenze della Morte stessa, mentre dall'Oltretomba le più malvagie divinità si risvegliano, decise a prendere in mano le redini del mondo dei vivi.

La lettura supera ogni aspettativa. Il libro è "cattivo" senza essere eccessivamente trasgressivo. I piani della fantasia e della realtà sono perfettamente intrecciati. Si prova suspense mentre si ride. E ci si commuove mentre ci si diverte. E poi diciamolo, specialmente per le anime oscure l'argomento è un must... non ha caso uno dei personaggi è una giovane darklady...


The Goth Box lo consiglia perchè: ma per lo scheletro in copertina, è ovvio!


CRONACHETTE




Corposa raccolta di strisce, dallo stile minimalista e un po' visionario, che raccontano dell'esperienza di vivere con un gatto. Dialoghi surreali, situzioni statiche ma piene di ironia, che chi già convive con una o più di queste bestiole conoscerà molto bene: la loro capacità di essere magici e furbissimi, saggi ma irruenti, affettuosi ma spregiudicati. Uno spicchio, insomma, di sincero mondo felino che secondo me toccherà anche il cuore di chi (ancora) non ha qusta immensa fortuna: farsi amare da un gatto.

The Goth Box lo consiglia perchè: cosa c'è di più dark di un gatto nero?

martedì 15 gennaio 2008

QUALCOSA CHE SIA QUALCOSA - Horror vacui vincit omnia

Sono ossessionata dal senso, e dalla mancanza di esso nella maggioranza delle manifestazioni "metà fisiche" che ci circondano. Per me tutto deve avere uno scopo, un significato, un utilità e perchè no? una sorta di compenso. Compenso fa rima con senso, dev'essere quello il motivo.

E' ovvio che gran parte delle attività di cui riempio la mia giornata non hanno nessuno delle 3 + 1 caratteristiche, tranne, per alcune eccezioni, il compenso.

Il vuoto mi spaventa. Il pensiero che al mondo esistano realtà, sotto qualunque forma, che non hanno significato, che non sono "qualcosa", potrebbe non farmi dormire la notte... per fortuna, piglio le pasticche.

Sarà un inconscio bisogno di darmi tremendamente importanza? Sarà la mia natura intrinsecamente surreale et filosofica? Non è che cerchi proprio l'anima dietro la ciabatta o nella tastiera di questo PC: è quanto il non volermi permettere, che ne so, un pomeriggio di giramento di pollici e sguardi al muro, perchè, ah, miodddio, è peccato!

Forse in una vita passata ero Calvinista. Forse ho visto quelle solite cose che voi umani manco immaginate (e manco ve ne importa). Così mi devo convincere che ogni cosa che faccio possa servire, avere uno scopo, e giustificarmi. Di cosa ancora non lo so, ma certo non mi adopererò troppo in fretta per scoprirlo. Allora sì che potrei avere brutte sorprese.

mercoledì 9 gennaio 2008

DISCUSSIONE SUI MINIMI SISTEMI (DI VITA)

Anche se non è l'intento primario di questo blog, a volte mi lascio coinvolgere, senza troppe metafore, dai più brutti aspetti della realtà quotidiana, e non posso fare a meno di lasciarne traccia.

Sappiamo che di questi tempi la vita non è facile per nessuno, soliti eletti esclusi. Ma vedere una signora dell'età di mia mamma, ergo non più giovanissima, fare la facchina per la DHL, fa riflettere.

Non è facile spiegare perchè lei mi "commuova" più della ragazzona che c'era prima, che pure trottava tutto il dì infagottata in quella antiestetica tuta, agli antipodi di ogni concetto non solo di femminilità ma di dignità, solo perchè i nostri pacchi potessero arrivare alle ore 9 del giorno seguente (ma davvero abbiamo bisogno di simili servizi QUOTIDIANAMENTE?). Non so spiegare perchè quella signora mi dia più l'idea di non esser lì per scelta ma per puro, impellente, pressante bisogno. Come se avesse altre possibilità, ma non le venissero concesse perchè ormai ha superato quella certa età in cui si è impiegabili e produttivi.

Forse non c'è niente da spiegare. Il "giusto" non esiste, se non nella nostra testa.

lunedì 7 gennaio 2008

HALLOWEEN by Rob Zombie




Ho una passione per Zombie regista, e si sa. Per fortuna non sono costretta a scrivere cose non vere e a sperticarmi in lodi immeritate, quando parlo dei suoi film. I suoi film parlano da soli. Sono belli, sono violenti, sono cattivi. Hanno un messaggio, cosa assai rara nel genere horror e splatter. Sono studiati, come si può studiare la realizzazione di un quadro. Non sono solo macchinette per far soldi. Agiscono sul pubblico come una specie di cazzotto sul naso. Magari c'è gente insensibile ai cazzotti sul naso. Ma il sangue che ne esce è copioso, credetemi.

Zombie non tradisce neanche quando affronta una delle imprese più ostiche per un regista: il remake. E il remake di un culto. Come dire: buttiamoci da una rupe e vediamo che succede. E succede che il buon Rob piroetta nell'aria e poi cade in piedi. Fa un film bello quanto l'originale: gli rimane fedele, eppure se ne discosta, lo approfondisce con rispettosa riverenza, lo umanizza, lo incupisce e lo ri-colora. Lontano dalla mattanza voyeristica e visionaria delle sue precedenti pellicole, Zombie pennella sì la sua ultima fatica di sangue e violenza, ma in modo paradossalmente quasi "delicato" rispetto alla prospettiva di uno slash movie realizzato con le possibilità di oggi, e con intenti magari più furbetti. All'impatto puramente scenico ha invece sostituito una storia. Una storia che a differenza dell'originale si chiude, in modo magistrale, e si trasforma in un episodio simbolico di disumanità ai margini di un mondo fin troppo ordinario, piuttosto che in un'infinita manifestazione del sovrannaturale.

L'urlo finale della giovane Boo/Laurie non lascia certo presagire un happy ending fuori dalla pellicola. E' lo stesso urlo di Meyers da piccolo. E' lo stesso urlo di lei da bambina, quando viveva ignara in una famiglia scalcinata e ne subiva incosciamente le violenze. Mike, oltre che un serial killer, pare l'emblema di un destino a cui non si può sfuggire.

La regia di Zombie è anti-poesia. Ogni dettaglio è sporco, eppure ricercato. L'atmosfera è forte e tesa per tutto il film. E non si scioglie neanche con i titoli di coda. Ancora una volta Rob ci ricorda che i mostri sono tra noi. E visti i tempi, messaggio non è mai stato più vero.