lunedì 24 settembre 2007

OTTO FATTI SU DI ME (il resto vien da sé)

Ringrazio quella mediamente isterica dell'Argisa per questa occasione di rompervi i coglioni con 8 cose su di me di cui alla fine non vi fregherà un ghezz (ma che leggerete convinti di scoprire chissà quali sordidi segreti, ah ah):

uno) Ho la mania del dispari: quando non appare troppo psicotico propendo sempre per quantità dispari, anche col cibo;

due) Da piccola il mio colore preferito era il rosa: ebbene sì, son diventata darche in tarda età;

tre) Da piccola, inoltre, mi innamoravo (platonicamente) sempre di bambine che sembravano un po' maschietti. Non ho mai capito se mi piacesse l'uomo efebico o la donna mascolina;

quattro) Sono tendenzialmente agnostica e amo coltivare il senso di colpa;

cinque) Da grande volevo fare la maestra, poi la veterinaria, poi di nuovo la maestra. Ovviamente oggi non sono nessuna delle due. Forse perchè non sono ancora grande;

sei) Neanche troppo tempo fa volevo fondare una comune di cui essere l'indiscusso capo spirituale;

sette) Anche in merito al punto sei: no, non ho mai fatto uso di droghe (almeno, che io sappia);

otto) Non completerò il punto otto, perchè otto è pari, e come ho detto, io amo il dispari...

Chiamo alle armi: Gaber, la Cybercat, il mi' omo e ir su' cugino.

martedì 18 settembre 2007

E LA PEPPA!

Mentre dovrei scrivere qualche post di quelli promessi, mi faccio distrarre dal racconto surreale di Coraline. Non il libro, ma la mia amica di Milano/San Paolo.
Coraline, conosciuta al secolo con un altro nome, passaggia serena per le vie della sua città, quella lontana dall'Equatore, per capirsi. Mentre è assorta nei suoi pensieri, l'omino della nettezza lancia un commento pesante sulla sua femminilità. Cora lo manda affancucchero, poi osserva la donnina della nettezza che lavora a gomito col volgarissimo omino, e l'apostrofa:
- E tu non gli dici nulla a questo pezzente? -
Come per dire: suvvia, solidarità femminile!
Ma la donnina della nettezza risponde:
- Non posso che dargli ragione: sono lesbica! -

venerdì 14 settembre 2007

SUNSHINE




Interessante, questo film di Danny Boyle. Atipico, per essere scritto da Boyle stesso e da Alex Garland. O forse no... Fatto sta che non avevo certo pensato di noleggiare un bel film, ma solo un'ora e mezzo di passatempo senza impegno, a causa anche delle solite, azzeccatissime pubblicità italiane che spesso lasciano presagire tutt'altro da qullo che andrai realmente a vedere.

Sunshine inizia come un film di fantascienza catastrofista (ohinoi, il sole sta per morire!!!), ma sono subito evidenti le influenze dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni, da "2001" ad "Alien" a "Solaris".

Boyle è un maestro a mescolare rigore e visioni da trip d'acido, e in fondo gioca in uno spazio che è totale assenza di spazio e in un tempo che non è tempo: quindi, tutto è possibile. La claustrofobia della nave spaziale contrasta con lo sconfinato buio dell'universo. La luce solare è una specie di nuovo petrolio da preservare. O meglio, una droga, che aiuta a sopravvivere. E non a caso il sole sembra generare strane visioni e deliri d'onnipotenza.

Se si può rimproverare qualcosa a questo film, a parte il finale buonista (perchè mai salvare un pianeta Terra corrotto, violento, sprecone ed inquinatore? E perchè soprattutto doverci sempre riuscire?), è sicuramente un passaggio poco fluido e poco chiaro tra la dimensione puramente fantascientifica a quella thriller a quella onirica e visionaria.

Per il resto una pellicola intensa, con attori in stato di grazia e una colonna sonora azzeccatissima.

giovedì 6 settembre 2007

MON DIEU, LA DOULEUR!

Ci tengo molto a precisarlo. Non sono una persona triste. Sono una persona provata dalla vita.
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Tipo crash test dummy, ecco.

domenica 2 settembre 2007

LA TERZA ETA'

Si dice tanto i giovani d'oggi, ma pure gli anziani d'oggi non sono più quelli di una volta (anche perchè, parafrasando Benigni, quelli di una volta sono probabilmente già morti).

E così lo scorso pomeriggio, il crocicchio di giovani ultra-60 di Piazza Dalmazia parla ad alta voce di non so quali loro problemi mentre io mi approssimo alla fermata del bus con passo marziale e incazzatura post-lavorativa. Il nonno più ganzo esclama "Chi te lo risolve il problema? Magari te lo risolve lei il problema!"
A volte si dice il destino: casualmente non avevo la solita imitazione dell'I-pod accesa. Altrimenti non avrei neanche sentito. E invece ho sentito.
Mi guardo a modino il clan del pelo bianco.
"Qualunque cosa sia, non faccio miracoli."

Forse tutto ruota intorno al fatto che i nostri nonni non vogliono invecchiare, e per sentirsi giovani devono atteggiarsi da giovani. Nel senso peggiore dell'espressione. Dove sono andati a finire quei posati vecchietti intrisi di saggezza a cui dovevi rispetto e che ti ripagavano con galanteria? Il nonno moderno fischia ai culi delle giovani passanti e sbircia con malcelata "fame ormonale" la linea bassa dei jeans di tutte le 15enni. Cosa che ormai gli uomini under 50 non fanno più, perchè non va più di moda, perchè sono saturi, perchè si devono distinguere e perchè la playstation è mille volte meglio.
Qualcuno vuole spiegarlo anche agli over?