venerdì 27 luglio 2007

I'VE GOT THE POWER!

I miei colleghi ormai scrivono witch* al posto di which**...
Si sospetta una mia occulta influenza. In realtà io mi professo innocente.



/risata demoniaca in sfumare/





*strega

**cio' che

mercoledì 25 luglio 2007

BELLA, Cì!!!!

A volte vorrei che qualcuno mi inventasse uno di quei videogiochi violenti a cui gioca sempre il Male, in cui da far fuori ci fossero certe genti che dico io: da molti nostri politici a esseri umani che contano molto, ma molto meno, ma rompono le palle ugualmente.

martedì 24 luglio 2007

PAROLE PAROLE PAROLE

"What do you read, My Lord?" "Words, words, words" (Hamlet)

Se in principio fu la parola, un motivo ci sarà. Voglio dire, fidiamoci di questa entità che ha fatto il mondo e ha deciso di chiamarlo, per l'appunto, Mondo. Avreste trovato un nome migliore?
Per secoli la filosofia ha dibattuto se il linguaggio sia una convenzione, o rispecchi veramente l'essenza delle cose. Semplicemente penso che la parola sia bella e funzionale allo stesso tempo. Cosa c'è di meglio!
Una parola non dev'essere per forza vera. Pensiamo alle parola artistiche, teatrali. Pensiamo alle menzogne. Alcune menzogne sono belle, c'è poco da fare. Se ci asteniamo dal giudizio morale, qualcuno che ti dice "ti amo" dice una cosa bella, anche se non lo pensa. Un romanzo è falsità (in quanto invenzione) elevata a livello di Arte. E così via.
Io nella mia testa vedo immagini sotto forma di parole. Io mi descrivo le cose. Io certe parole me le invento, senza concetto, solo per il suono che hanno. Non importa sapere cosa indichino. Ho in "archivio" decine e decini di titoli di romanzi che non ho mai scritto e mai scriverò, perchè sono troppo pigra. Però, cavolo, erano titoli che funzionavano!
C'è stato un momento in cui di lavoro avrei voluto fare proprio questo: scrivere titoli per gli altri. Fare sartoria di parole. Metter su un'atelier del verbo. Colui che ha inventato il mondo l'aveva capito. Una realtà senza nome non ha senso. Una realtà senza nome non esiste.

martedì 17 luglio 2007

SUMMERTIME

C'ho provato, lo giuro. Con tutte le mie forze. Ma dell'estate non sono mai riuscita da amare che
  1. il momento in cui fa buio
  2. quando l'estate finisce
  3. il non lavorare per 3 settimane di fila (ma questo è un piacere coatto, potrebbe benissimo essere trasferito su altri periodi dell'anno)
  4. la luce naturale, che per una fotografa è una manna... (non si potrebbe evitare di averla nel kit 40° gradi all'ombra + sudore a manetta?)

Si capisce benissimo anche da questo blog, quanto io odi l'estate: sono poco produttiva, perdo il mio umorismo sagace e pungente, non scrivo, non commento...

D'estate io non brillo, non incanto, non sconvolgo. Non seduco. Non ammalio. Io, d'estate, non so mai cosa mettermi. La mia attività cerebrale è tale che un encefalogramma piatto è un'onda da surf a confronto. Io d'estate VEGETO, entro in letargo, in attesa dell'autunno. Mi basta avere solo una buona scorta di gelati e di aria condizionata.

Il fatto è che per legge dovrebbero impedire ad un essere umano di fermarsi così per tanti mesi. Facciamo qualcosa. Una petizione. Per la variabilità delle stagioni. A seconda di come ti è più congeniale. Uno stagionometro portatile. Magari integrato al cellulare. Molto più utile della fotocamera, della radio, e del lettore MP3. Che può essere acquistato separatamente.

venerdì 13 luglio 2007

THE DRUGS LOVE ME

Gli esami del sangue mi fanno uno strano effetto allucinoggeno... Forse mi fa reazione il disinfettante, anche in minime dosi. Dopo ogni esame del sangue comincio a notare cose insolite che mi fanno letteralmente "illuminare", aprire in chackra, sbomballare o al limite, morir dal ridere (che male non fa).

Tipo il signore tutto rimpicchiettato in giacca e cravatta, con l'occhiale elegante, la camicia immacolata, che guidava un'Ape, sì, un'Ape sudicissima, da muratore, e se ne andava a giro sui viali come se niente fosse. Ma che c'è? Ti s'è rotta l'Audi e ai preso in prestito l'Ape dell'impresa che ti sta rifacendo il villino??? Bellissimo. Bellissimo.

Le commesse d'Intimissimi. Sì, lo so cosa state per dire. Ascoltatemi, prima. Le commesse di Intimissimi nascondono un segreto, e non ha niente a che vedere con la loro biancheria intima. Dietro la cassa nascondo un fogliettino. Ci sono tradotte in inglese le frasi tipiche da commessa. Can I help you? Can I show you something else? I can show something else. La distinzione tra domanda e affermazione è da sottolineare. Qualcuno poi c'ha pure appuntato sopra una piccola traduzione (show=mostrare, etc.). Ma non assumevano solo commesse esperte, conoscenza lingue? Forse è il corso intensivo. Fottutamente geniale.

Dopo 4 mesi che ce l'ho, ho scoperto che il mio cellulare, tra i miliardi di funzioni (inutili) che nasconde, contiene anche un filmatino con la presentazione... del cellulare stesso!!! Il filmato ti dice come si apre il tuo cellulare (in realtà devi averlo già potuto fare, o non accedi alla funzione), com'è fatto, dove ha le cromature, la fotocamera e il pulsante di menù. Da pippe! Adesso capisco perchè ho pagato tanto questo Nokia ultima generazione (bruciata). Questo filmatino sarà tra gli Oscar della prossima stagione.

Ma tanto il pezzo meglio resta sempre lui. Il mio gatto. E' che non lo guardo mai abbastanza. Le analisi del sangue (con tutto cio' che ne consegue) spesso mi stordiscono a sufficienza da impedirmi di fare altro per un paio d'ore. Da qualche giorno Whip è nel suo periodo sportivo-circense. Fa le capriole con triplo salto mortale, e atterra sulla schiena con quel muso da maschera demoniaca. Provaci anche tu! Ti sfida. No grazie. Non sono allenata. Ok, allora vado a tirare due calci al pallone... cioè, a questo chicco d'uva. E non ha desistito finchè non ha infilato un gol sotto il mobile della cucina. Dopo di che, soddisfatto, ha girato il culo ed è trotterellato via come un vero campione. Pibe de Or!

martedì 10 luglio 2007

SAN PIPPONE DA BUCALOSSO...

... protettore dei rompiballe e degli stupidi...
Se poi queste due figure si uniscono in una, allora è un problema.
Certo, infondo chi sono io per giudicare la rombiballaggine e la stupidità del prossimo? Non potrei cristianacciamente porgere l'altra guancia o semplicemente ignorare?
...
No.
Perchè noi donne in quei giorni.
Perchè la rompiballaggine e la stupidità sono le più alte forme di pornografia, e non provocano neanche eccitamento.
Perchè ti alzi una mattina e pensi: io odio.
E non c'è santo che possa placarti.

lunedì 9 luglio 2007

OCCASIONI

Ricordo la gita in macchina con Valentina. Stavamo andando al Verano a fare due foto. Niente femminucce seminude sdraiate sulle tombe. Volevamo fare degli scatti di arte funeraria come Dio comanda. Di lì a poco saremmo state cacciate dal solito guardiano da film di Totò, solo perchè eravamo vestite di nero. E si sa che la gente nera profana le lapidi. Ma questa è un'altra storia.

Durante quella gita condensammo il succo di un'importante riflessione sulle occasioni. Ovvero che a volte ci guadagni più a non coglierle che a coglierle. Apparentemente una perdita, in realtà una vittoria.

"Ma prendi quegli uomini che se ne fanno 3/4 a sera. Entrano nel locale e ti puntano. Vengono lì e ti si strusciano. Tu vuoi vedere fin dove arrivano. Magari potrebbe anche interessarti. Poi scopri che al solo pensiero ti cascano i coglioni. Insomma, hai di meglio da fare che essere solo una delle tante. Specialmente quando ti sbrodolano, falsi come Giuda, che non lo sei, anzi, una come te... Te ne vai. E capisci che tutto sommato sei stata più figa a non dargliela che a dargliela."

Nella vita è un po' così. Anche... soprattutto... quando si presentano occasioni più significative. E tutti pensano che l'unica risposta valida sia "SI". E invece, magari anche no. Insomma, riappropriamoci della nostra capacità di decidere. Indipendentemente da quello che il resto del mondo considera so fucking cool. Non pensare non protegge dall'arteriosclerosi e dai danni cerebrali.

Mi piace ancora questa idea. Di essermi distinta per le cose che bene o male ho scelto di NON fare. Ammetto, magari sono stata solo una cogliona. Quanto meno, una cogliona consapevole.

mercoledì 4 luglio 2007

PAR BLEU? NO, PAR NOIR!

Le giornate trascorrono convulsive nel grullaio, roba da abbrutire i pinoli (perchè i pinoli si abbrutiscono? ... appunto...).
Tu sei lì che mediti scene da film e una nuova vita lontano dalle macchine-che-spiano-i-cervelli, e clicchi come un automa il pulsantino di download della posta aziendale. Ohibò, che mail è questa? Da ClienteX a Dark Lady??? Per un secondo due piani spazio-temporali si sovrappongono. No, perchè questa è la mail di lavoro, giusto? Macheccccà???
ClienteX, un francese del piffero, uno che non compra, quando compra non paga, generalmente rompe solo i marùn, e soprattutto te li rompe in francese, riceve istruzioni da un simpa-collega di passarmi un ordine. Il simpa-collega nel suo address book mi ha segnato col nickname di Dark Lady (chissà come mai). Il francese è un uomo che non ha dubbi nella vita e segue pedissequamente gli ordini: io sono Dark Lady. Anche a non sapere l'inglese, spero gli sia parso quanto meno insolito, e si sia cagato un po' sotto, tanto per (del tipo: ma da che gente mi servo? cose così...).
Vado dal simpa-collega.
Io: "Forse è il caso mi richiami col mio nome e cognome. Qui si creano imbarazzanti equivoci."
Lui: "Perchè, non sei una Dark Lady?"
Io: "..."
(ah, se tutti là dentro dovessimo appellarci coi nicknames più appropriati, altro che equivoci, altro che imbarazzi!)

Per inciso, io non chiamerei mai un mio account di posta "Dark Lady". Non sono così banale.