lunedì 31 dicembre 2007

THE LAST DAYS OF...

Questo è un post serio sulla ricerca della felicità e su altre leggende metropolitane. Forse.

E' indubbio che le feste io preferisco aspettarle, piuttosto che viverle. L'attesa di una festa è come un amico immaginario: tutto il meglio, solo il meglio. Le feste di per sé, poi, hanno un difetto mastodontico, ovvero corrono, scappano come leprotti inseguiti dai cani. Le feste sono come la felicità promessa, eteree, e tremendamente fugaci.

Questi sono quei giorni in cui, volenti o nolenti, facciamo pronostici, stiliamo speranze, mettiamo in cantiere progetti e soprattutto ci affidiamo alla felicità. La inseguiamo come i cani inseguono i leprotti, sentiamo la codina che ci solletica il naso, è lì, dobbiamo solo acchiapparla.

Forse è questa corsa, indubbiamente sana e certo non più logorante di tante altre umane attività, che ci tiene vivi. Forse raggiungere il leprotto non è il fine. Forse è dimostrarci di saper correre. E qualunque cosa dica il nostro oroscopo (il mio pare sia fantastico), anche l'anno prossimo ci troveremo a correre, dovremo correre. Potere sempre correre dietro al nostro leprotto: è questo che dobbiamo augurarci.

3 commenti:

Daniele ha detto...

Un pò il buon vecchio "carota e bastone".
Ma se non corressimo dove andremmo a finire?
E se non corressimo ci andremmo a finire, comunque?

Anonimo ha detto...

So che offenderò il tuo animo delicato, ma in questo momento mi viene in mente solo un leprotto in salmì... :) Gaber

haroldandmaude ha detto...

"L'utopia sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Faccio dieci passi e l'orizzonte si allontana di dieci passi.
Per quanto cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l'utopia?
A questo: serve a camminare."
(Eduardo Galeano)