Sto per dire una cosa molto scomoda.
Avrei voluto dirla, pardon, scriverla, di getto, qualche giorno fa, a seguito di un certo episodio. Poi mi son detta: non farti trasportare dalla rabbia canina. Fai decantare. Solo che a forza di decantare il mio pensiero ha fatto come il vino rosso: è diventato più forte e più scuro.
Il fatto è che me le femministe stanno un po' sul cazz.
Sulle ovaie, come direbbero loro.
Ok, dirò sul culo, così resto in territorio neutro e non offendo nessuno.
Senza sminuire i risultati di certe loro importantissime battaglie, purtroppo necessarie ancora nel 2007, in ultima analisi molto del loro pensiero e dei loro atteggiamenti sono semplicemente... controproducenti.
Basterebbe pensare al concetto di parità dei sessi, che è quasi aberrante. Io non sono uguale ad un uomo. E considerati certi uomini, direi che è quasi una fortuna. Lo so, state per obiettare che per parità dei sessi non si intende un'uguaglianza fisica o psicologica, ma di possibilità. Sì, certo. Peccato che se abbiamo voluto questa benedetta parità, c'è toccato farci un mazzo tanto e toccare gli stessi vertici di competitività, stress, arrivismo e cazzodurismo/tettedurismo dei nostri compagni. Che conquista! Che figata! (p.s. Avete mai notato come per figata s'intenda una cosa bella e con cazzata una non proprio intelligente??? Dobbiamo gioirne in quanto portatrici di figa, oppure sdegnarci del fatto che probabilmente questa espressiona l'ha coniata uno di quegli arrapatissimi maschi?)
Oggi si dice che tutto il nostro testosterone acquisito ha fatto diventare la maggior parte degli uomini rammollita ed effeminata. Come a dire che ci siamo prese la pietra sulla schiena mentre ci tiravamo la zappa sui piedi. La parità che dovevamo cercare invece era proprio quella fondata sulla nostra diversità biologica, emotiva, fisica e sul rispetto di quello che siamo. Se proprio volesssimo dirla come le nostre sorelle, abbiamo fatto involontariamente il loro gioco.
La violenza non è una causa femminista. Il diritto ad un lavoro equo non è una causa femminista. La maternità non è una causa femminista. Le femministe esistono ormai solo nella loro fantasia. E' come ammettere che la nostra inferiorità esiste. Sono battaglie e diritti
umani, appannaggio di qualsiasi sesso, religione e cultura che dir si voglia. Nessuna donna credo voglia veramente finire a scaricare il pesce per dimostrare che può lavorare.
Una vita senza uomini sarebbe noiosa, ammettiamolo. E finchè terremo le nostre cause nel gineceo, continueremo ad emarginarci da sole. Infondo non è che noi siamo tanto impeccabili, per certi versi. Ad esempio questa riflessione, fra l'altro da me sempre sostenuta, è scaturita, dal "furto telematico" che una sedicente femminista ha fatto di una mia foto, riutilizzata per suoi fini, senza il minimo scrupolo e in barba ad ogni forma di educazione nonchè ad ogni legge di copyright.
Di fronte ad una mia velata rimostranza (che poteva anche concludersi con una semplice scusa e magari una formale richiesta di utilizzo, che probabilmente non avrei negato) mi sono invece vista investire da ciance sulla libertà in Internet, ovaie rotte, delirii neoartistici che basta digitare su Google e ciò che spunta è tuo. E' chiaro che la maleducazione non ha sesso, esattamente come la stupidità. Ma se qualcuno mi sfracica le tette senza permesso, ci tengo particolarmente a ricordare che la delicata Fata cela dentro di sé un piccolo alien. Con un pisello lungo così.